(di Simone Perotti)
Capo Bon. Acquattati prima del salto. Baia deserta a un passo dalla fine dell’Africa. Domani, 90 miglia nello Scirocco del Canale di Sicilia.
Io adoro i luoghi limite, sanno di vita:
il minuto in cui tutto sta per precipitare; l’istante prima della rivelazione; l’ultimo momento prima che cada il velo; il secondo che precede la confessione; l’ora prima dell’ultimo Capo, dietro al quale il nome di un mare cambia per sempre; il confine tra restare e andare; la riga che separa il destino; il punto di svolta tra un “no” mai pronunciato e il “si” che stavolta non dirai; la mezzanotte che introduce una vita di libertà; la parola che cambierà tutto per sempre; la sera prima di dover entrare in quel posto, dove non vorresti, dove desideri andare da sempre; il giorno prima degli esami; il silenzio prima che qualcuno dia la sua risposta definitiva. Ogni volta che tutto torna.
Ogni volta che tutto se ne va per sempre.
Ogni volta che non sarà mai più lo stesso.
Ogni volta che si parte. Come sei anni fa. Dall’Italia. Per poi tornarci.
Come domani.
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